Verifica con wattmetro e cronometro su carico fittizio

Si disponga di un wattmetro di precisione e di un cronometro, e si voglia con essi verificare un contatore. Ovviamente tale verifica è possibile solo in laboratorio dove, potendosi mantenere assolutamente costanti sia il valore della tensione che del carico, conviene adottare il metodo del carico fittizio.

Le ragioni che giocano a favore del carico fittizio sono diverse :

- anzitutto minore potenza in gioco appunto perché il carico è simulato e questo va inteso sotto due aspetti, e precisamente : una minore energia consumata ed una minor quantità di calore prodotto;

- in secondo luogo la possibilità di regolazione indipendente della tensione e della corrente senza influenza reciproca delle due grandezze.

Si aggiunga a questo la possibilità di variare comodamente anche il fattore di potenza indipendentemente dai valori della tensione e della corrente. Ciò è tanto più necessario in quanto le norme CEI stabiliscono, per le verifiche di taratura, una serie di verifiche relative a cosj = 1 ed a cosj = 0,5 induttivo.

Per effettuare la taratura si realizzano due circuiti distinti, uno per l'alimentazione delle voltmetriche ed l'altro delle amperometriche. Il circuito amperometrico comprende in serie un amperometro, l'amperometrica del wattmetro e l'amperometrica del contatore in verifica. Esso è alimentato (ad una tensione ridotta) dalla rete mediante un variatore di tensione ad induzione. La corrente può poi essere regolata finemente mediante un reostato a cursore di opportuna portata.

Il circuito voltmetrico è composto da un voltmetro, un frequenzimetro, la bobina voltmetrica del wattmetro e la bobina voltmetrica del contatore collegati in parallelo. Questo circuito è alimentato attraverso un variatore di fase ad induzione che consente, fermo restando il valore della tensione fornita, di sfasarne il vettore rispetto al vettore corrente di un angolo desiderato. La regolazione fine del valore della tensione applicata al circuito si può fare interponendo un variatore di tensione ad induzione.

Realizzati i due circuiti e assegnato un certo valore alla tensione (quello nominale) ed alla corrente (quello della desiderata frazione di carico), si simula dapprima il carico ohmico ruotando il volantino del variatore di fase fino ad ottenere il massimo della indicazione del wattmetro. Per tale condizione si procede per punti alla verifica del contatore ricercando gli errori relativi. Successivamente per simulare il carico ohmico- induttivo a cosj = 0,5 si ruota il volantino del variatore di fase nel senso opportuno fino ad ottenere dal wattmetro una indicazione pari alla metà della precedente ripetendo la verifica per punti.

Per ogni punto, qualsiasi sia il carico purché costante, occorrerà dedurre dall'indicazione del contatore in verifica il valore della potenza associata e confrontarla con quella del wattmetro assunto quale campione.

Premendo il pulsante del cronometro in corrispondenza del passaggio della traccia, incisa sul disco del contatore, si prosegue contando un certo numero prefissato di giri nv del disco, per una durata non inferiore a 30 secondi, rilevando in corrispondenza la potenza Pc indicata dal wattmetro in [watt] che dovrà essere rimasta rigorosamente costante. Al raggiungimento del numero di giri nv prefissato si preme ancora il pulsante del cronometro leggendo il tempo t trascorso in [secondi].

Se Nv è la costante di integrazione del contatore espressa in [giri / KWh], la potenza relativa all'indicazione del contatore si calcolerà con :

Il confronto fra questa potenza e quella letta sul wattmetro potrà mettere in evidenza gli eventuali errori :

ea = Pv - Pc errore assoluto;

er% = 100·ea / Pc errore relativo percentuale.

Vale la pena di ricordare ancora una volta che il metodo appena descritto cade in difetto nel caso in cui non si riesca a mantenere costante la tensione di alimentazione ed il carico (in tali casi è indispensabile ricorrere al contatore campione).

Contatori ad induzione
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