Tensione magnetica, legge della circuitazione magnetica

Si consideri una linea di campo magnetico e si individuino diversi tratti Dl per ciascuno dei quali si possano ritenere costanti la permeabilità magnetica, il campo magnetico e, quindi, l'induzione magnetica.

Per ciascuno di questi tratti, il prodotto Dl [A] viene chiamato tensione magnetica (per analogia col caso elettrostatico, ove il prodotto del campo elettrico per la lunghezza fornisce una tensione elettrica). Se si desidera la tensione magnetica tra i punti M e K si dovrà considerare:

(H·Dl)MH = H1·Dl1 + H2·Dl2 + H3·Dl3

La legge della circuitazione (nota anche come legge di Ampere) dice che se si estende la sommatoria all'intera linea chiusa di campo magnetico si ha :

H1·Dl1 + H2·Dl2 + H3·Dl3 + . . . = N·I

dove N rappresenta il numero di volte per il quale la linea di campo magnetico di concatena col circuito percorso dalla corrente di intensità I .

Se la stessa linea di forza è concatenata con più circuiti elettrici si avrà :

H1·Dl1 + H2·Dl2 + H3·Dl3 + . . . = ± Na·Ia ± Nb·Ib ± Nc·Ic ± . . .

dove a , b , c , . . . sono i vari circuiti concatenati con la stessa linea di forza. I vari termini ± N·I [A] si chiamano forze magnetomotrici (per analogia con le forze elettromotrici dei circuiti elettrici). Le forze magnetomotrici si assumono positive se favoriscono un campo magnetico concorde col verso della linea chiusa, altrimenti si considerano negative.

Campi e circuiti magnetici
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