Induttori, misura industriale di induttanza.

L'induttanza (coefficiente di autoinduzione) di un circuito elettrico è un parametro che tiene conto dell'attitudine che ha il circuito a concatenarsi col campo magnetico originato dalla corrente che percorre il circuito stesso, viene definita come:


I dispositivi che realizzano valori concentrati di induttanza sono chiamati induttori, vengono realizzati nella forma di solenoidi (avvolgimenti a spire serrate ad uno o più strati). Se l'induttore è avvolto in un mezzo omogeneo, isotropo a permeabilità costante (come l'aria), l'induttanza ha un valore costante. Diversamente se la permeabilità del mezzo varia al variare del campo magnetico (come nei materiali ferromagnetici) accade che l'induttanza dell'induttore varia al variare della corrente in esso (in quanto al variare della corrente varia l'intensità di campo magnetico).

Gli induttori, oltre all'induttanza, presentano pure parametri parassiti quali resistenza e capacità. La resistenza parassita tiene conto delle perdite di potenza che si hanno nel conduttore (perdite ohmiche e perdite addizionali) e delle eventuali perdite di potenza nel ferro se l'induttore è avvolto su un nucleo ferromagnetico. La capacità parassita tiene conto degli effetti capacitivi tra spira e spira oltre che tra le spire ed altri corpi conduttori, tuttavia tale parametro è trascurabile nelle applicazioni elettrotecniche considerando il basso valore (50 [Hz]) che ha la frequenza industriale. In conclusione il modello di un induttore può essere rappresentato col seguente circuito equivalente serie :


L'indicatore della qualità di un induttore è il suo fattore di merito (coefficiente di bontà), definito come il rapporto tra la potenza reattiva impegnata e la potenza attiva dissipata :

Se la resistenza parassita fosse costante, il coefficiente di bontà risulterebbe direttamente proporzionale alla pulsazione, invece quando la pulsazione sale oltre determinati valori si ha che aumentano rapidamente sia le perdite addizionali nel conduttore che le perdite nel ferro così che il coefficiente di bontà prende a calare. Per gli induttori avvolti in aria il fattore di merito vale poco più di uno alla frequenza di 40 ÷ 60 [Hz], vale 50 ÷ 500 alle alte frequenze. Per induttori avvolti su ferro, alla frequenza industriale, il fattore di merito vale poche centinaia, 400 nelle bobine più accurate.

Il metodo industriale di misura dei parametri di un induttore viene impiegato quando l'induttore è destinato ad applicazioni industriali caratterizzate dalla frequenza costante di 50 [Hz] e la precisione richiesta non è eccessiva.

La misura deve essere fatta nelle effettive condizioni d'impiego, il metodo consiste nel far attraversare l'induttore incognito da una corrente di intensità e frequenza prestabilite per misurare insieme la tensione e la potenza attiva assorbita. E' consigliato usare lo schema con le voltmetriche a valle, impiegare un wattmetro per basso cosj, tenere conto degli errori d'autoconsumo ed eventualmente anche dell'errore di fase.

Indicando con P [W], V [V], I [A] i valori già corretti dagli errori, si ha :

Misure elettriche
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