Aspetti costruttivi dei trasformatori trifasi

Anche per i trasformatori trifasi si distinguono due tipi di nucleo: nucleo a colonne, nucleo corazzato (o a mantello). Mentre per i trasformatori monofasi la differenza tra i due tipi di nucleo era una differenza tecnologica, per i trasformatori trifasi il tipo di nucleo implica effettive differenze nel funzionamento del trasformatore.

La prima evidente differenza tra i due tipi di nucleo è data dal fatto che nel trasformatore a colonne, figura (a), applicando il primo principio di Kirchhoff al nodo A si vede che i tre flussi devono soddisfare alla condizione , cioè i tre flussi non sono liberi di variare arbitrariamente nelle tre fasi, ma devono variare in modo tale da soddisfare alla relazione vista, per tale motivo questi tipi di nucleo prendono il nome di nuclei a flussi vincolati. Una seconda differenza consiste nel fatto che il trasformatore con nucleo a colonne presenta la riluttanza magnetica relativa alla colonna centrale minore della riluttanza relativa alle colonne laterali, per i trasformatori con nucleo a mantello, figure (b) e (c), la riluttanza è uguale per tutte e tre le colonne. Questo fatto si spiega in questa maniera: mentre il flusso prodotto nella colonna centrale si chiude attraverso due circuiti magnetici (i due gioghi) in parallelo tra di loro rispetto alla colonna centrale, i flussi prodotti invece dalle colonne laterali incontrano nei loro circuiti magnetici i gioghi che sono in serie: da questo fatto deriva che i circuiti magnetici di questo tipo di nucleo presentano diversa riluttanza. Questa differenza di riluttanza provoca anche una differenza nelle correnti assorbite a vuoto dagli avvolgimenti posti sulle diverse colonne e precisamente dovendo i flussi essere uguali ed essendo la riluttanza della colonna centrale minore della riluttanza delle altre due colonne, sarà la corrente relativa alla colonna centrale minore delle altre due. Siccome lo squilibrio di riluttanza che si presenta nel caso di nuclei a colonne dipende dalla riluttanza dei gioghi, per evitare questo squilibrio si fa in modo che la sezione dei gioghi sia maggiore di quella delle colonne, infatti, al limite, se la riluttanza dei gioghi fosse nulla la riluttanza dei circuiti magnetici delle varie colonne sarebbe uguale.

I nuclei del tipo a mantello possono a loro volta suddividersi in nuclei con flussi equiversi, figura (b), e nuclei con flussi controversi, figura (c). I nuclei con flussi equiversi presentano i flussi nelle tre colonne diretti nello stesso verso, mentre i nuclei con flussi controversi presentano il flusso nella colonna centrale opposto al verso dei flussi nelle altre due colonne.


Nel caso del nucleo con flussi equiversi si osserva che il flusso nei gioghi periferici è metà del flusso nelle colonne mentre il flusso nei gioghi intermedi è pari alla differenza vettoriale tra i due flussi . Tali flussi sono uguali come intensità ma sfasati tra di loro di 120°, per cui la loro differenza è pari a:

Per cui i gioghi intermedi dovranno avere una sezione volte maggiore di quella dei gioghi periferici, volendo avere la stessa induzione in tutti i gioghi.

Nel caso di flussi controversi, allora il flusso nei gioghi centrali sarà pari a:

In tal caso tutti i gioghi, sia quelli esterni che quelli interni, sono attraversati da uno stesso flusso e perciò anche la sezione è uguale per tutti. Si preferisce evidentemente il nucleo con flussi controversi in quanto il suo peso è minore e, con esso, è minore anche il costo.

Per quanto riguarda gli avvolgimenti, primario e secondario, si possono realizzare concentrici oppure alternati. I primi vedono le bobine di alta e bassa tensione concentriche sulla colonna, i secondi vedono le bobine primaria e secondaria scomposte in bobine più piccole disposte alternativamente sulla colonna. I collegamenti delle fasi possono essere di tre tipi: a stella, a triangolo, a zig-zag. Il collegamento a stella o a triangolo può trovarsi indifferentemente sia al primario che al secondario del trasformatore mentre quello a zig-zag è limitato solo al secondario del trasformatore.

Trasformatori
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